Santuario dei beati martiri Davide e Gildo. Paimol – Località Wi Polo

UN PO’ DI STORIA

I martiri Davide (Daudi) Okelo e Gildo Irwa sono due giovani catechisti ugandesi che vissero agli inizi del XX secolo; appartenevano alla tribù Acholi, i cui componenti ancora oggi abitano prevalentemente il Nord dell’Uganda. La loro vicenda e il loro martirio avvennero solo tre anni dopo la fondazione da parte dei missionari comboniani della missione di Kitgum (1915), dove erano impegnati nel lavoro di evangelizzazione coadiuvati da alcuni catechisti.

Nel 1917 Davide e Gildo si offrirono spontaneamente per recarsi come catechisti a Paimol, a circa 80 km dalla loro Casa di Kitgum, in una zona tormentata da lotte tribali, dai mercanti di schiavi e dalla ribellione ai coloni inglesi.

Nel corso della loro breve missione a Paimol, essi si conquistarono il benvolere della gente, insegnando il catechismo ai bambini e ai giovani, impegnandosi anche nell’aiuto concreto alle persone che incontravano.

Ma la loro testimonianza cristiana e il loro insegnamento della religione dell’amore contrastava con gli interessi dei mercanti di schiavi e degli stregoni pagani, ed era osteggiata anche dagli stessi capi dei clan che vedevano nell’insegnamento cristiano un elemento di indebolimento del loro potere.

Numerose testimonianze, raccolte dal padri comboniani nel corso degli anni successivi al martirio, concordano sul fatto che Davide e Gildo furono uccisi a causa della loro fede in Gesù che testimoniavano con la loro vita e con i loro insegnamenti.

La mattina del loro martirio, a Davide che lo metteva sul preavviso di una possibile fine cruenta, Gildo rispose: “Perché dobbiamo temere? Noi non abbiamo fatto male ad alcuno; siamo in questo paese solo perché il padre ci ha mandato ad insegnare la parola di Dio. Non aver paura!”.

Quando furono uccisi, nel fine settimana tra il 18 e il 20 ottobre 1918, Davide aveva circa 18 anni e Gildo 14.

Davide e Gildo sono stati proclamati beati nel 2002 da Giovanni Paolo II.

Il luogo del loro martirio è diventato presto un punto di incontro per la preghiera dei cristiani che vengono a venerare i loro martiri. Nel corso degli anni un numero sempre più grande di pellegrini si raduna a Paimol – nel giorno anniversario della ricorrenza della loro uccisione – per partecipare alle celebrazioni in loro memoria.
Dalla testimonianza del popolo e a seguito della beatificazione, l’Arcivescovo di Gulu ha promosso il progetto di costruzione di un santuario in onore dei beati Davide e Gildo.

IL PROGETTO DEL SANTUARIO

Il Santuario si sviluppa nell’area che, partendo dall’incrocio della strada Kalongo– Naam Okora si apre verso ovest fino alla chiesa esistente costruita sul luogo del martirio di Davide e Gildo.

Dall’incrocio stradale, ove sono ubicati i servizi logistici, inizia il cammino del pellegrino, che percorre in preghiera il lungo rettilineo che conduce alla “Porta del santuario”.

Si entra così nell’area sacra – un’area a forma quasi circolare di diametro circa 500 m – delimitata da siepi e alberature, ove prosegue il pellegrinaggio.

Il santuario è così costituito da un’area all’aperto, molto rispettosa dell’ambiente rurale e verde in cui è immerso, con ampi viali che conducono alla chiesa esistente, con una grande spianata a settore circolare a verde, appena disegnata da pochi gradoni in muratura, che si affaccia sul nuovo grande altare per le celebrazioni importanti.

Lungo il viale a sinistra della porta del santuario si incontrano le edicole dei venti misteri del rosario, che incrociano – nel mistero della morte in croce di Gesù – la cappella che è memoria della tomba dei martiri e che terminano nella chiesa esistente.

Percorrendo il viale a destra della porta del santuario si incontrano le edicole della via crucis, che conducono anch’esse, dopo l’area dei confessionali, alla chiesa.

Dalla chiesa, volgendosi a valle verso est, si apre la grande spianata a settore circolare che converge verso il nuovo altare.

Si è così voluto valorizzare la chiesa esistente, che già oggi è punto di riferimento per i pellegrini – una chiesa semplice, a pianta rettangolare di dimensioni modeste; si è voluto valorizzare la cappella della tomba dei martiri; si è voluto immergere il pellegrino nell’ambiente semplice, ma di uno spettacolo naturale ampio e splendido, aperto sulla vallata che ha come sfondo una sequenza di  montagne verdi.

Le costruzioni in muratura si riducono così unicamente alla porta del santuario che vuole imporsi come immersione nella preghiera a Dio e all’altare, punto centrale della celebrazione eucaristica nelle grandi solennità.

Il progetto è completato dalla nuova casa dei padri, costruzione adiacente all’area sacra, a forma di grande capanna, che sarà la residenza dei sacerdoti responsabili del santuario.

Varese, 25.02.2014

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